• di Mario Donnici •
{Tempo di lettura: 2′. Se preferisci, ti consiglio di leggere ascoltando questo brano}
E’ possibile rappresentare in tipografia i più importanti disagi, malattie e disturbi mentali?
Igor Kupec, illustratore slovacco, ha realizzato delle meravigliose e quanto mai fedeli rappresentazioni di come potrebbero essere i disturbi, se prendessero forma di lettere costituenti la parola che li descrive. Il risultato è molto diretto ed intuitivo: testo grigio su sfondo bianco, le malattie vengono rappresentate in linea con sintomi e conseguenze della patologia su chi, purtroppo, ne è affetto.
Un esempio? la Paranoia ha mille occhi…
Il Parkinson trema…
L’Alzheimer si dimentica la lettera finale…
Il Narcisismo si specchia in sè stesso…
Un lavoro delicato, che a prima vista può sembrare banale, ma che per gli addetti ai lavori risulta tutt’altro che semplice: realizzare una “tipografia dei disturbi mentali”, ovvero riuscire con pochi tratti, a cogliere e definire disturbi mentali anche molto complessi e mai banali. Si, perchè se è vero che la ricerca cammina di pari passo con l’evoluzione delle moderne tecnologie ed in linea con le più recenti scoperte, è anche vero che uno dei più grandi dilemmi per la comunità scientifica di riferimento è sempre stato (da Kraeplin in poi…) la spasmodica ricerca di descrizioni quano più possibili vicine alla realtà e allo stesso tempo semplici ed intuitive.
Come può dunque un illustratore accendere la lampadina su una intera comunità scientifica?
Se la risposta che vi siete dati è riferita ad una possibile esperienza personale dell’artista, ci avete azzeccato! Si, perchè Kupec nella gallery pubblicata interamente su Bored Panda, descrive così la scintilla per la creazione del suo album originale.
«Quando ero uno studente universitario soffrivo d’ansia e attacchi di panico. Dopo un paio d’anni ho cominciato a pensare ai disturbi mentali dal punto di vista del graphic designer. La mia ricerca era volta a cogliere la loro essenza attraverso la tipografia. Sono stato capace di rappresentarne molti, tranne quelli contro cui stavo combattendo».
Tradotto? Un chiaro esempio di come l’arte riesca a esorcizzare in qualche modo le nostre nevrosi.
Ed eccovene una carrellata e, chissà, guardano con attenzione magari troverete quella che più vi si addice.
• di Mario Donnici •