• di Sara Negrosini •
L’ORGASMO CHE RIMANE NELLA TESTA
Con il termine anorgasmia si intende l’incapacità o l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo; quella mancanza di risposta orgasmica nonostante l’eccitazione, il desiderio e una stimolazione sessuale adeguata.
Sono molte le persone (in maggioranza donne) che pur provando desiderio e attrazione sessuale nei confronti del proprio partner o di un partner occasionale, non riescono poi a raggiungere l’apice del piacere.
Esistono differenti tipi di Anorgasmia:
- Anorgasmia primaria – Quando la persona non è mai riuscita a raggiungere un orgasmo;
- Anorgasmia secondaria – In precedenti occasioni si è raggiunto l’orgasmo ma non riesce attualmente.
La disfunzione orgasmica può essere, inoltre, definita assoluta (con qualunque partner e in qualsiasi situazione) o relativa/situazionale (limitata ad un partner e/o a specifiche situazioni).
Una volta scartate le possibili cause fisiche o organiche (l’uso di alcuni tipi di psicofarmaci antidepressivi, ansiolitici ecc., l’abuso di alcol e droghe, disfunzioni del pavimento pelvico o patologie agli organi genitali), ciò che resta da indagare sono tutti quegli aspetti psicologici e sociali legati ai temi della sessualità.
Ogni persona vive la propria sessualità in modi completamente differenti e li sperimenta con modalità altrettanto variegate. Molte persone riferiscono di raggiungere l’orgasmo solo attraverso la masturbazione ma non in coppia; altre sottolineano la difficoltà con alcuni partner; altri ancora non riescono mai a provare quel senso di piacere derivante dall’orgasmo. Ogni persona che sperimenta questa condizione, in qualsiasi circostanza, si porrà quasi sempre le stesse domande:
Ce la farò questa volta?
E se non dovessi riuscire nemmeno ora?
Ci sto mettendo troppo e lui/lei si stuferà?
Perché proprio io?
Perché non ci riesco?
Cosa mi manca?
Come faccio a bloccare il mio cervello?
Ed è proprio la testa la grande macchina che mette un freno alle pulsioni, che blocca il corpo e le sue risposte, fino a far diminuire quasi drasticamente l’eccitazione. Non esistono differenze di genere. La frustrazione, la rabbia e l’inappagamento prendono il sopravvento arrivando a demotivare la persona o accrescendo la sua ansia da prestazione nei successivi incontri sessuali.
LE POSSIBILI CAUSE
Come per molti disturbi della sfera sessuale, le cause possono essere molteplici a seconda dei casi.
- La sessualità può essere un argomento tanto chiaccherato quanto un tema nascosto, messo da parte, un tabù di cui è meglio non parlare. Tabù sessuali a volte ereditati da un’educazione familiare molto rigida, altre volte da un credo religioso molto forte;
- L’ansia da prestazione, o spectatoring, colpisce generalmente più gli uomini ma ormai sono molte le donne che sperimentano questa sensazione. Spesso durante un rapporto sessuale ci si concentra più sulla performance che sul “godersi” la sensualità del momento. Difficile lasciarsi andare se la testa e la razionalità prendono così tanto il sopravvento. Quella strana ma sempre più frequente paura di non essere mai abbastanza;
- Sicuramente avere una scarsa autostima della propria personalità in generale, quel senso di inadeguatezza che porta a pensare di non essere mai all’altezza della situazione o del partner, contribuisce a rendere ancor più difficile staccare i pensieri negativi spesso legati ad una bassa aspettativa circa i risultati;
- Spesso le persone con disfunzione orgasmica presentano una scarsa considerazione del proprio corpo. Non ci si sente belli, c’è tanta autocritica, non viene apprezzato il proprio corpo e tante volte nemmeno lo conoscono. Non è raro riscontrare donne con una scarsissima conoscenza del proprio apparato genitale. Donne che non pensano di dover provare piacere. Donne che non conoscono il piacere;
- Non è raro riscontrare problemi di anorgasmia in coppie con scarsa intesa sessuale o sentimentale. Donne e uomini che riescono a provare piacere solo attraverso l’autoerotismo e mai insieme al proprio partner; Molti uomini praticano molto autoerotismo prima di avere un rapporto sessuale con un’altra persona. Molti di loro si abituano a raggiungere l’orgasmo solo sviluppando determinate fantasie e soltanto in determinati modi. Ritrovandosi poi di fronte ad un tipo diverso di stimolazione durante un rapporto sessuale, difficilmente ri-sperimenteranno quella sensazione di piacere che solitamente raggiungono con l’autoerotismo:
- L’aver subìto, o subire tutt’ora, violenze sessuali può inibire fortemente la possibilità di raggiungere l’orgasmo. Spesso chi è stato vittima di violenza non crede di meritare quel piacere; altri ne iniziano ad aver paura e timore perché legato ad un ricordo troppo forte sia per la mente che per il corpo;
- Chi è abituato e tenere tutto sotto controllo può avere serie difficoltà al lasciarsi andare e godersi il momento. Un controllo eccessivo che porterà la persona a diventare spettatore della scena e non più attore protagonista, portandolo a guardare tutto dall’esterno, come degli osservatori attenti di se stessi, dell’altro e dell’intera situazione. La paura dell’inaspettato, del non calcolato, del non previsto che blocca la persona nei suoi rigidi schemi mentali.
COME USCIRNE?
L’anorgasmia non è una malattia e soprattutto non è irreversibile. Necessita di un percorso psicosessuologico che possa aiutare la persona nella scoperta di se stessa e del proprio corpo. Un percorso di consapevolezza corporea con l’intento di individuare le ragioni e l’origine dei blocchi emotivi-corporei sottostanti il disturbo. A volte la sessualità è solo la manifestazione palese ed oggettiva di un blocco ancora più profondo, spesso di tipo relazionale-emotivo.
Un percorso che migliori l’autostima e che faccia comprendere alla persona che può meritare quel piacere, ne ha diritto e soprattutto può godersi quel momento non per dimostrare qualcosa, ma perché si vuole bene a se stessi.
Molto utili risultano le tecniche di rilassamento come le meditazioni guidate, esercizi di bioenergetica, lo yoga e la mindfulness. L’intento è quello di ricalibrare le energie corporee e riuscire al vivere il “qui ed ora”.
Necessaria a volte una rieducazione sessuale che permetta alla persona di scoprire i benefici dell’autoerotismo e di varie stimolazioni da poter sperimentare da soli o in coppia.
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