L’adolescente è uscito dal gruppo: occhio alle scuole in questi duri tempi di pandemia!
L’appartenenza ad un gruppo è fondamentale per l’adolescente per promuovere un senso di autoaffermazione all’esterno. La chiusura delle scuole e l’utilizzo della DAD hanno ostacolato questo senso di appartenenza al gruppo dei pari, aggravando fenomeni di dispersione scolastica e ritiro sociale nei nostri ragazzi.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE IL GRUPPO PER L’ADOLESCENTE?
Per l’adolescente il confronto con i coetanei è funzionale alla creazione di una nuova identità e una propria ridefinizione. Nel periodo adolescenziale un ragazzo si trova ad affrontare diversi problemi legati alla propria definizione di sé che possono intaccare l’ autostima. Sentirsi apprezzarti dagli altri e riconoscersi in un gruppo può risultare molto importante per limitare i fattori di rischio legati ad una scarsa autostima e ad un ambiente familiare disfunzionale.
COSA E’ CAMBIATO PER L’ADOLESCENTE IN PANDEMIA?
In questo periodo di forte criticità il senso di inclusione sociale e l’appartenenza ad un gruppo è stato, per molti, intaccato e, in questo, la chiusura delle scuole e l’utilizzo della DAD hanno portato con sé un peggioramento per quell’ adolescente già introverso e con problemi identitari.
UN NECESSARIO CAMBIO DI PROSPETTIVA
E’ necessario, in questo momento, focalizzarsi sui vissuti che la fascia d’età degli adolescenti e giovani adulti ha sentito e ha esplorato in questi mesi, per riscattarli dalla posizione di “untori” e cambiando il loro modo di venire percepiti all’esterno, soffermandosi ,invece, sulle reali problematiche emerse.
L’ALLARME DELLE STATISTICHE
Ipsos,Analisi e Ricerche di mercato, ha condotto un’indagine per Save the children in cui sono stati analizzati gli stati d’animo e le aspettative di studenti tra i 14 e 18 anni ai tempi del coronavirus.
E’ emerso un allarme sul rischio di dispersione scolastica per almeno 34mila studenti delle superiori. Il 28% degli studenti dichiara infatti che almeno un loro compagno di classe dal lockdown ad oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni.
Si è indagato su quali sono state le percezioni rispetto alle decisioni prese nei loro riguardi. Molti hanno dichiarato di essersi sentiti esclusi e penalizzati nelle misure di sicurezza attuate. L‘interruzione delle attività scolastiche in presenza ha provocato vissuti non indifferenti : il 65% è convinto di star pagando in prima persona per l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia, il 43% si sente accusato dagli adulti di essere tra i principali diffusori del contagio( come descritto sopra), mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, mentre ai giovani non è permesso di andare a scuola.
Oggi la situazione per molte scuole sta cambiando, alcune hanno riaperto, altre sono ancora in una fase di indecisione, ma quali saranno le conseguenze di queste turbolente indecisioni?
ACCENNI ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA PRIMA DELLA PANDEMIA
Già nel 2019 ,prima della pandemia, si era visto come in Italia ci fosse una percentuale non indifferente di ragazzi che abbandonavano la scuola fermandosi al raggiungimento della licenza media. Tra i fattori di rischio vi erano un contesto famigliare non supportivo , problemi di autostima e intolleranza alla frustrazione e problemi e difficoltà relazionali, sia con il gruppo dei pari sia con i docenti.
ALCUNI SCENARI DELLA SITUAZIONE ATTUALE
Questa situazione di pandemia, nella quale il sistema scolastico è stato danneggiato e ha subito forti limitazioni anche per l’utilizzo della DAD, il senso di inadeguatezza e fallimento dell’adolescente è stato esasperato dal vissuto di non potersi vivere in un gruppo reale, aggravato dai limiti che una didattica a distanza può comportare.
E’ stato, pertanto, fatto più volte appello per la riapertura delle scuole in sicurezza con un’offerta educativa potenziata, soprattutto nei territori più difficili, per evitare un maggiore senso di inefficacia.
Se non si interviene presto arginare il problema diventerà estremamente difficile e ci troveremo ad affrontare gravi problemi di depressione e ritiro sociale!
La situazione appare abbastanza complessa in quanto è difficile trovare le strategie più efficaci e valide per la risoluzione del problema. Ogni adolescente fà i conti con i propri vissuti interpersonali che si intrecciano con le esperienze familiari e con la motivazione allo studio e la relazione con i compagni.
Si sono alternati periodi di quarantena fiduciaria a periodi di didattica in presenza, molti hanno avuto difficoltà nell’interazione con il gruppo classe una volta terminato il periodo di isolamento fiduciario perchè si è trovato isolato e distante rispetto agli altri compagni che hanno continuato a frequentare in presenza.
Qui sotto un articolo che descrive alcune delle situazioni nei contesti scolastici italiani:
QUALI SONO I SEGNALI D’ALLARME DA CONSIDERARE?
E’ difficile riuscire a cogliere immediatamente i segnali che possono preannunciare il rischio di abbandono scolastico. In un adolescente particolarmente introverso e non aperto al dialogo, determinate emozioni possono essere considerate come una normale reazione ad un periodo particolarmente stressante.
Bisognerebbe, invece, prestare attenzione a emozioni che possono prendere il sopravvento.
Tra i sentimenti dominanti riroviamo:
– stanchezza;
-senso di incertezza;
-preoccupazione;
-disorientamento;
– preoccupazione;
-apatia;
-tristezza
– solitudine.
Emergono le sensazioni negative riguardanti anche l’immediato futuro e un senso di rassegnazione al fatto che “tutto continuerà in modalità online”. Questo potrebbe portare loro a consolidare l’idea che non ne vale la pena e che la scuola non porterebbe a cambiare la loro situazione, incrementando la demotivazione e il disimpegno.
I CONSIGLI rivolti agli adulti
In questo momento, dunque, il benessere psicologico dei ragazzi è messo a dura prova!
Un’attenta osservazione e sensibilità nei loro confronti potrebbe aiutarli a gestire meglio determinati conflitti e superare angosce di morte e di non esistenza che stanno attraversando.
Come possiamo aiutarli?
E’ opportuno che gli adulti si attivino a 360° per prevenire il rischio di abbandono scolastico e problemi legati all’isolamento. In questo, la famiglia e il gruppo docente deve essere in grado di cogliere quali siano gli elementi che fanno presupporre un disagio profondo e intervenire tempestivamente.
- L’ascolto e l’accoglienza rivolti all’adolescente potrebbero aiutarlo ad accettare quel senso di inadeguatezza e di tristezza profonda che comportano confusione e conflittualità;
- Sostenerli nella loro rielaborazione degli eventi;
- Accettare i loro sbalzi d’umore, la loro estrema irritabilità o malumore e restare calmi.
- Rassicurarli e non caricarli di ansie e preoccupazioni per il futuro!
- Far capire loro che c’è bisogno, ora più che mai, che si comportino al meglio, e che questa è una situazione temporanea per evitare che assumano comportamenti a rischio, come conseguenza delle loro paure ed emozioni;
- Sostenere il loro ruolo attivo e da protagonisti nella società, nel fare proposte per affrontare questa situazione, questo li farà sentire più sicuri di se stessi e partecipi!
E’ importante anche impegnarsi per un ritorno tra i banchi di scuola che valorizzi il confronto e il dialogo, che promuova l’elaborazione dei vissuti sentiti non solo dai ragazzi ma anche dagli stessi insegnanti. Il dialogo e il confronto può facilitare la fuoriuscita di determinate emozioni che difficilmente l’adolescente riesce a tirare fuori, dimostrando come anche l’adulto è vulnerabile e può sentirsi impotente.
Parlare del senso di impotenza vissuto aiuterebbe i ragazzi a sentirsi meno frustrati dal loro senso di inadeguatezza e di contenere le frustrazioni che hanno aggravato il senso di solitudine.
In questo modo si attiverebbe una funzione di contenimento alle angosce dell’adolescente in crisi e un consolidamento del gruppo classe.
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