Overthinking significa letteralmente “pensare troppo”.
Una mente affollata dai pensieri, occupata e pre-occupata, non è una mente felice, anzi! E’ solo una mente occupata a pensare troppo!
Quante volte ci capita di pensare e ripensare alle stesse cose senza mai giungere ad una conclusione? Questo processo rende pesanti le giornate e non permette di vivere neanche i momenti piacevoli.
La conseguenza è che restiamo immobili, non riusciamo a prendere alcuna decisione, pur continuando ad analizzare nei minimi dettagli una situazione.
La mente è uno strumento, ma anche un paesaggio interiore, attraversato dai pensieri. Immaginiamo una situazione tipica: siamo a lavoro, stiamo svolgendo un’attività, oppure stiamo seguendo un corso o leggendo un libro, tutte attività che richiedono la nostra attenzione, la nostra presenza.
Riusciamo ad immergerci completamente in quello che stiamo facendo? A dargli la nostra concentrazione? Molto probabilmente no.
Questo succede perché la nostra mente, inevitabilmente, vaga verso ciò che in quel momento ci preoccupa o ci attiva da un punto di vista emotivo: un ricordo, un progetto, una situazione da risolvere. L’ aspetto fondamentale è che non si tratta di una cosa che possiamo concretamente risolvere in quel momento, riguarda il passato o il futuro. Non è qualcosa che riguarda il momento presente.
Tu sei lì, fisicamente, cerchi di concentrarti per portare a termine quell’attività, ma la tua mente non è lì con te, è totalmente immersa nei pensieri. E più si pensa più aumentano i dubbi, le insicurezze. Tutto questo genera un senso di confusione e, a volte, di impotenza.
Le emozioni del pensare troppo
Le emozioni che, generalmente, si ricollegano a questo processo sono:
- ansia;
- frustrazione;
- nervosismo;
- tristezza;
- confusione emotiva (non sapere cosa si prova);
A questo punto l’idea che si fa strada nella nostra testa è: “se risolvessi quella situazione, quel problema, se ottenessi quella cosa, sarei finalmente felice”.
Ti dico una cosa che potrebbe suonare pessimistica, ma in verità è molto realistica: “Non è così!”.
Non è proiettando, continuamente, la tua mente nel futuro o nel passato che sarai felice. Se non metti uno stop a questo meccanismo mentale, si ripeterà per tutte le situazioni che dovrai affrontare.
Il rischio dell’overthinking è che si crea un circolo vizioso, si torna sempre allo stesso punto e questo può dare origine alla ruminazione e ai pensieri ossessivi.
La ruminazione
La ruminazione è caratterizzata da:
- ripetitività dei pensieri;
- negatività dei pensieri, cioè pensare a cose negative che sono accadute o che potrebbero accadere;
- incontrollabilità dei pensieri;
- pesantezza mentale;
- perdita di energia;
- sentimenti depressivi/ansiosi.
Questi sintomi danneggiano la nostra vita e possono portare a somatizzazioni (malditesta, gastriti, insonnia, diminuzione dell’appetito o al contrario fame compulsiva).
Possiamo scegliere se continuare a restare prigionieri dei nostri pensieri, oppure se diventare consapevoli di noi stessi, delle nostre emozioni, e accoglierle, senza giudicarci negativamente.
Non cercare scorciatoie irrealizzabili, il primo passo è sempre prenderti cura di te.
L’overthinking crea una spaccatura tra la tua mente, il tuo corpo e le tue emozioni, per ritrovare uno stato di benessere devi tornare a metterli in connessione.
Se sei arrivato a questo punto la tua mente sta risucchiando tutte le tue energie, togliendole al tuo corpo e al tuo stato emotivo. Per farlo è necessario cambiare la lente con cui guardi il mondo, tu non sei quel pensiero, sei molto di più e meriti molto di più.
Il primo passo è: non pensare al peggio! Se ti riconosci in questa situazione accogli la tua confusione mentale come un segnale di allarme che stai inviando a te stesso per dirti che le cose non possono continuare in questo modo.
La parola chiave di questo fenomeno è il controllo: riconosci a te stesso che non puoi controllare tutto, la perfezione non esiste.
Non puoi controllare una relazione che sta naufragando, una situazione lavorativa che ti preoccupa, un ricordo che ti tormenta. Prova ad ammettere che tutte queste cose non sono sotto il tuo potere, puoi affrontarle, ma non puoi controllarle analizzandole fino allo sfinimento.
Smettere di controllare non è facile, spaventa, soprattutto per chi pensa che controllare le situazioni e le relazioni sia l’unico modo per evitare il dolore ma è proprio questa modalità che allontana dal sentire le proprie emozioni e, quindi, dall’essere veramente e pienamente felici.
I pensieri ripetitivi, la tendenza ad analizzare possono portare ad un vero e proprio “sequestro emozionale”: significa restare impigliati in un’emozione, in questo caso può trattarsi di rabbia, tristezza, senso di impotenza, che non ti permettono di sentire nessun’altra emozione e, soprattutto, le emozioni piacevoli.
Pensare troppo: cosa fare?
Essere consapevoli delle proprie emozioni e dei propri pensieri vuol dire imparare a gestire le emozioni e i pensieri. Essere in grado di accogliere e regolare le proprie emozioni porta ad agire e ad affrontare le situazioni in modo lucido, senza farsi assalire dai dubbi e dall’analisi ripetitiva di tutte le possibili conseguenze.
Se riprendi contatto con quello che provi realmente, circa una situazione, smetterai di essere assalito da quei pensieri.
Fermarti per seguire ciò che senti, ti permette di accogliere anche le emozioni negative, ti rende più sicuro di te stesso e apre lo sguardo su nuove prospettive.
Se vuoi iniziare un percorso per ritrovare il benessere mentale ed emotivo e prenderti cura di te puoi contattarmi:
Dott.ssa Paola Telesforo
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