Si può dipingere una canzone dei Pink Floyd o di John Lennon?


• di Mario Donnici •


 

La risposta è si!  Super poteri? No, sinestesia

“Io dipingo la musica. Fino ai miei 15 anni, avevo sempre dato per scontato che tutti vedessero i colori come li vedevo io. Nei libri, nelle formule matematiche e persino ai concerti. Ma quando finalmente ho chiesto a mio fratello che colore avesse per lui la lettera C (giallo canarino per me), ho realizzato che la mia mente non era prorio normale come pensavo”

Queste le parole di Melissa S. McCracken, la giovane artista sinesteta che dal 2014 ha deciso di trasformare  una particolare “dote” nel punto di forza dei suoi meravigliosi lavori (quasi tutti sold out), che potete trovare in vendita sul sito omonimo a prezzi che vanno dai 2000 ai 3000 $.  I dipinti sono il risultato di ciò che Melissa percepisce ascoltando la musica: un’arcobaleno di colori danzanti che rendono qualsiasi melodia veramente unica, delle vere e proprie opere d’arte scaturite da un’altra opera d’arte quali possono essere ad esempio un brano dei più recenti James Blake, Radiohead o Alt-J, ma anche di artisti che hanno fatto la storia della musica come i Led Zeppelin, David Bowie o Jeff Buckley.  Adesso, dato che la curiosità nel vederli sarà comprensibilmente molta, ne troverete alcuni a fondo pagina (con relativo link al brano)! Andate pure a dare un’occhiata, ma il consiglio è quello di ritornare ad approfondire in questo articolo l’argomento sulla sinestesia perchè potrebbe riferirsi a molti di voi  da più vicino di quanto possiate immaginare!!

Si, perchè siamo tutti e tutte un po’ sinesteti.

Infatti, se ci fate caso, ascoltando un suono acuto tendiamo a pensarlo “alto”, mentre se il suono è grave lo collochiamo in basso. Perchè vista, movimento e suoni sono collegati tra loro in modo così stretto che ognuno di noi è portato a convincersi che le parole udite guardando un film stiano uscendo realmente dalle labbra degli attori e non dalle casse della Tv. Un esempio? Se dovessimo associare la parola “triiiill” (non importa se è priva di senso) ad un angolo geometrico ci verrebbe spontaneo pensare a un anglo acuto, mentre la parola “soul” ci rimanderebbe ad un angolo ottuso. Allo stesso modo tutti noi siamo abituati ad associare sensazioni differenti nel momento in cui creiamo una metafora come “suono caldo” o “persona dolce”. Ed in effetti molti artisti noti per le loro metafore,  sono frequentemente sinesteti,  come il romanziere Vladimir Nabokof, il pittore David Hockney, il compositore Billy Joel e anche Lady Gaga.

Ma cosa si intende esattamente per Sinestesia??

Agli antipodi con la parola anestesia (assenza di sensazioni), per sinestesia si intende l’unione di due o più sesazioni e più precisamente quei fenomeni percettivi nei quali si mescolano sensorialità differenti (dal greco syn, insieme e aisthesis, percezione). Ovvero quelle situazioni in cui la stimolazione di un canale sensoriale (es. l’udito) provoca la percezione dell’evento anche attraverso un altro canale sensoriale (es. la vista). Una vera e propria commistione di segnali che appartengono a mondi separati perché udire suoni è ben diverso dal guardare angoli. Una volta radicate durante l’infanzia, le associazioni sensoriali perdurano per tutta la vita. Si tratta di una particolare inclinazione biologica che i sinesteti ereditano ad iperconnettere i neuroni del cervello i quali poi vengono influenzati da artefatti culturali dovuti all’esperienze diverse di vita e risultando determinanti anche nelle scelte delle persone che ad esempio preferiscono un cibo che sa di blu. Come accennato in precedenza, ci sono persone che quando suonano o ascoltano musica non solo sentono la melodia ma la “vedono”: ogni nota è infatti associata ad un colore.

Provate a chiudere gli occhi e, attraverso l’immaginazione, proiettatevi nel bel mezzo del concerto dei Atoms for Peace a Roma Capannelle (giusto un esempio a caso). Proprio mentre Flea sta eseguendo un assolo di basso, il tocco delle corde produce oltre a quel vibrato particolarissimo, anche una cascata di colori che verranno percepiti da voi a livello sensoriale allo stesso modo delle onde sonore ed in contemporanea ad esse.

Ritornando al qui ed ora (purtroppo) vi sono (per fortuna) soggetti umani che, come Melissa, hanno enormemente sviluppata questa stupefacente condizione neurologica. Infatti, se per la maggior parte di noi, le associazioni fra colore e musica restano soltanto ad un livello per così dire “metaforico”, per un sinesteta autentico vi è un’immediata congiunzione di sensazioni e questo per qualsiasi senso. Potrebbero infatti assaggiare una arancia blu, percepire una lettera come la “A” di colore rosso o  percepire un suono che sa di formaggio e questo per tutta la vita. Il fenomeno ha iniziato a suscitare interesse scientifico a partire dagli studi di Galton sulla «costruzione di immagini mentali» contenuti all’interno del suo classico “Inquires into Human Faculty and Its Development” del 1883 e seguiti dall’ introduzione del termine sinestesia nel linguaggio scientifico. Successivamente il termine venne indirizzato soprattutto come espediente poetico con Rimbaud e i poeti simbolisti (Rimbaud era esso stesso un sinesteta e come lui numerosi artisti come ad esempio Kandinsky e Baudelaire). E’ solo verso la fine del Novecento che, con  Richard Cytowic, vennero effettuati i primi studi neurofisiologici su soggetti sinestetici precedenti alla pubblicazione del pionieristico “Synaesthesia: A Union of  the Sense”. Altri singolari casi di sinestesia che vi consigliamo di approfondire, sono brillantemente esposti dal medico e scrittore Oliver Sacks all’interno di Musicofilia“, una tra le  sue pubblicazioni più famose. Ce n’è per tutti i gusti: dal caso di sinestesia musicale dell’insigne compositore contemporaneo Michael Torke, o dello psicologo e autore di canzoni Patrick Ehlen per i suoni di ogni genere…fino a quello per le lettere dell’alfabeto e i giorni della settimana della scrittrice, chitarrista e artista visuale Christine Leahy. Ad oggi le avanzate tecniche di neuroimaging funzionale confermano, a scanso di equivoci, che quando i sinesteti vedono dei colori in risposta al linguaggio verbale o alla musica, ha luogo un attivazione delle areee visive e soprattutto di quelle coinvolte nella musica (Paulescu, Harrison et al., 1995).

Infatti, la sinestesia sembra essere accompagnata da un insolito grado di attivazione crociata fra aree della corteccia sensoriale che, per la maggior parte di noi, sono funzionalmente indipendenti.

Se volete scoprire se siete o meno sinesteti, qui potete trovare un veloce test.

Invece, per approfondire l’argomento, vi consigliamo di dare un’occhiata a questo video che lo spiega in maniera semplice e diretta.

 

[clicca sull’immagine per ingrandirla]

 

Since I've been loving you - Led Zeppelin
Since I’ve been loving you – Led Zeppelin
Imagine
Imagine – John Lennon
Karma Police – Radiohead

 

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