• di Samantha Passaniti •
L’ARTE E LA SUA ESPRESSIONE
L’arte, la pratica artistica e l’espressione creativa è qualcosa che affascina più o meno tutti, se ci riferiamo alla fruizione passiva dell’arte. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda la pratica attiva delle discipline artistiche.
Infatti, sono davvero pochissimi coloro che realmente tentano la strada dell’arte poiché si sentono bloccati, inadeguati o addirittura negati per questo genere di attività e capita molto spesso di sentire dire frasi come: quanto mi piacerebbe dipingere, se solo fossi capace, sono completamente negato/a ecc.
spreco di creatività inespressa
Questa situazione generalizzata è un vero e proprio spreco di creatività inespressa. Tutti noi infatti siamo dotati, in quanto esseri umani, della capacità espressiva e artistica: è una qualità che ci contraddistingue da tutti gli altri esseri viventi e che sin da bambini esprimiamo in modo naturale.
Crescendo poi tendiamo ad abbandonare, per questioni puramente sociali, le attività che ci provocavano piacere e gioia durante l’infanzia per dedicarci completamente ad altre attività ritenute socialmente più adeguate all’età adulta, ed è così che si innalzano dei blocchi mentali che non permettono più di esprimerci liberamente attraverso l’arte. Se nell’infanzia ci è permesso tutto, nell’età adulta dobbiamo rispettare degli schemi sociali, secondo i quali possono esprimersi attraverso l’arte solo coloro che veramente ne hanno la capacità ovvero gli artisti, poiché l’arte deve essere in un certo modo e deve essere “bella”.
Questo è il luogo comune, è ciò che le persone pensano reprimendo spesso la voglia istintiva di creare come facevano nell’infanzia.
Ma siamo sicuri che l’arte debba essere necessariamente bella? E se potessimo tutti sentirci liberi di esprimerci in modo autentico e libero dagli schemi e dalle costrizioni mentali che abbiamo costruito a poco a poco negli anni?
chi può fare arte?
Io penso che chiunque potrebbe avvicinarsi all’arte, praticandola nei ritagli di tempo e con umiltà, senza l’aspettativa di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, senza la paura del giudizio sociale in merito alla bellezza di ciò che si fa. Se ognuno di noi potesse ritornare attraverso la pratica artistica a rimettere in moto il meccanismo del processo creativo che da bambini in modo inconsapevole e naturale già mettevamo in atto, capiremmo quanto quel procedimento naturale e istintivo sia legato più alla comunicazione e alla percezione e comprensione di noi stessi piuttosto che al concetto di bellezza.
Forse se ognuno potesse provare a giocare con i colori, con se stesso con le sue emozioni capirebbe quanto sono limitanti le nostre idee preconcette e quanto invece l’arte ci possa aiutare nella vita di tutti i giorni per ritrovare il nostro equilibrio interiore.
Nel processo creativo, infatti, la riorganizzazione estetica delle forme corrisponde alla riorganizzazione dello spazio affettivo interno, e aiuta l’autore in un passaggio che partendo dal fuori ha ripercussioni sul dentro. Creando un oggetto artistico, quindi, si modifica il soggetto che crea poiché viene attraversato dal suo interno.
In conclusione sarebbe quindi bello se tutti noi abbandonassimo il concetto di arte legato solo ai grandi artisti, alle grandi gallerie e ai musei, agli artisti talentuosi e non capiti della storia dell’arte, ai miti legati agli artisti come geni folli, e provassimo a prendere in considerazione l’arte come qualcosa che ci appartiene geneticamente e che potremmo provare ad esprimere nella nostra esistenza anche senza il bisogno narcisistico di sentirsi necessariamente bravi ma per il semplice gusto di tornare bambini e di riavvicinarci alla parte più vera di noi stessi che purtroppo troppo spesso ignoriamo completamente.
Samantha Passaniti – Artista visiva e docente di laboratori artistici e creativi
Riferimenti bibliografici:
Julia Cameron, La via dell’artista, Longanesi Milano, 1998
Mimma Della Cagnoletta, Arte terapia, carocci Editore Roma, 2010
Laura Grignoli, Fare e pensare l’arteterapia, Franco Angeli Milano, 2014