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Adolescenti in quarantena: rischi e strategie per affrontarla

Isolamento e abbuffate tecnologiche: due facce della stessa medaglia

L’intento di questo articolo è quello di offrire uno sguardo sulle difficoltà che gli adolescenti e le loro famiglie si trovano a vivere in questo particolare periodo dovuto all’emergenza covid-19.

L’adolescenza è una fase di sperimentazione di sé, della costruzione di una identità, anche sessuale. È caratterizzata da ambivalenza, tra il desiderio di essere indipendenti e il bisogno di essere sostenuti e protetti all’interno del proprio nucleo famigliare.

Gli adolescenti e la scuola

La scuola, odiata e amata al tempo stesso, rappresenta una rete di supporto e un punto di riferimento nella vita di ogni adolescente.
Dopo una fase di iniziale incredulità e smarrimento, anche il sistema scuola sta ricercando delle modalità adatte per rendere efficace la didattica online, ma il suo ruolo non dovrebbe limitarsi a questo.
Gli insegnanti, pur mantenendo il loro ruolo, devono comprendere ciò di cui si ha più bisogno in questo momento, e cioè dare una continuità nella strutturazione della didattica, ma al tempo stesso cercare la relazione, aprire un canale di dialogo, mantenere un filo diretto con i ragazzi.

Sembra che alla luce delle trasformazioni della nostra società, negli ultimi decenni, si stia andando incontro ad una condizione psichica di “adolescenza illimitata”, dove le difese narcisistiche suppliscono alle carenze di elaborazione psichica.
Per cui “studiare bene, stando bene” è il presupposto fondamentale per favorire l’apprendimento, e in questo anche gli insegnanti, con la loro presenza, seppur virtuale, devono mostrare un’apertura emotiva.

Si tornerà a scuola? Quando?” sembrerà assurdo, ma questa è una delle domande che i ragazzi si pongono più di frequente, come afferma anche Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale degli Adolescenti.
All’inizio della nostra quarantena per tanti ragazzi la reazione è stata quasi di negazione, portandoli a non accettare e a trasgredire i limiti della distanza imposti e necessari.
In seguito, tanti altri, hanno vissuto l’assenza da scuola come una “vacanza”.

Ad oggi si sta iniziando a realizzare che questi limiti potranno durare diversi mesi, ed insorge anche in loro la paura e la preoccupazione verso il futuro.

In questa fase di emergenza crollano alcune certezze, cambiano le prospettive, anche rispetto alle figure genitoriali. Gli adolescenti sono ormai perfettamente in grado di percepire le paure di un genitore, senza sapere come reagire. Vedere i genitori stanchi e angosciati, magari chiusi nelle loro preoccupazioni verso un incerto futuro lavorativo, può incrementare la sensazione di incertezza e di angoscia.

Bisogna fare i conti con questa paura, permettergli di esprimerla, per elaborarla. Offrirgli uno spazio dove con-tenere ( tenere insieme) le preoccupazioni che i ragazzi vivono nella solitudine della loro stanza.

Stiamo parlando di pensieri di morte, una parola che è ancora un tabù da pronunciare, soprattutto quando si parla di infanzia e adolescenza, ma non si può far finta di nulla.
Siamo bombardati da notizie di morte, i bollettini sono giornalieri, come possiamo aspettarci che questo non li spaventi?
È necessario, con un linguaggio adeguato, accogliere questa paura e dargli la giusta vicinanza emotiva, offrirgli uno spazio per esprimerla.

Un caso particolare sono i figli di medici e infermieri, che sono tenuti a mantenere le distanze, anche in casa, per paura di contagiare l’intera famiglia. Sono i figli che aspettano con ansia il ritorno dei genitori dal lavoro, con l’angoscia di ciò che potrebbe succedergli.

La necessità di tutelare i figli, in questo caso, porta ad evitare qualsiasi tipo di contatto fisico, anche solo un abbraccio, e in questo modo viene meno ciò di cui si avrebbe maggiormente bisogno in questo momento, l’affetto di chi ci sta intorno.

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Il sovraccarico emotivo incide sull’intero sistema famigliare, messo in crisi dalla limitazione degli spazi e dalla ricerca di un proprio spazio vitale all’interno della casa.

Parlando di ruoli all’interno della famiglia, non possiamo dimenticare di sottolineare l’importanza dei confini. Se da un lato è giusto e fisiologico che i figli mantengano uno spazio di intimità che favorisca la crescita e l’autonomia, nell’elaborazione dei pensieri e delle emozioni, dall’altro bisogna accorciare le distanze comunicative, creare e sostenere il dialogo.

Le famiglie con più flessibilità sono quelle che riescono a gestire al meglio questo periodo; la rigidità nel mantenimento delle routine a volte può essere controproducente.
Se non c’è un fisiologico adattamento alle nuove routine, il rischio è di aggravare la conflittualità famigliare.

Adolescenti e Videogiochi

Per gli adolescenti una facile via di fuga all’insostenibilità della tensione sono i videogiochi.

Un utilizzo massiccio dei videogiochi può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di una dipendenza, mettendo da parte lo svolgimento di tutte le altre attività quotidiane, la salute fisica e le relazioni sociali. Diviene sempre più difficile riconoscerne i segnali, stimolare la consapevolezza dei più giovani, educare ad un corretto uso di questi strumenti.

L’età di accesso ai videogiochi online è diminuita drasticamente, la componente attrattiva è enorme.

I videogiochi danno la possibilità di evadere da un mondo che, diciamocelo, ha non pochi problemi, immergendosi in una realtà virtuale che permette di creare nuove identità, e al tempo stesso entrare in relazione, e competizione, con i propri coetanei.

I videogiochi possono avere risvolti positivi, creando contatti, allenando l’attenzione e il problem solving, ma solo se questo viene fatto con la giusta misura.

Anche qui è necessaria una maggiore tutela genitoriale, il rischio di alienazione dalla realtà è altissimo, per cui il tempo dedicato a questa attività deve essere limitato.

Demonizzare questo strumento è inutile, è importante insegnargli a porre dei limiti e dei confini ben definiti, perché in rete si può arrivare ovunque, a tutte le ore del giorno e della notte, per cui  la gestione è fondamentale.

Alcune regole:

  • DARE IL BUON ESEMPIO: Non si può far rispettare una regola senza che siamo noi i primi a farne buon uso. Si dovrebbe mostrare ai ragazzi, che ci sono dei momenti in cui la tecnologia può essere silenziata e l’urgenza di rispondere a messaggi e notifiche può essere rimandata, per dare spazio alla condivisione di un’attività insieme, anche semplicemente guardare un film.
  • PIANIFICARE: si possono pianificare le ore da trascorrere su questi dispositivi, cercando di dedicarsi anche ad attività piacevoli che riportino alla realtà del momento presente, così da ampliare maggiormente anche gli interessi.
  • SELEZIONARE i giochi giusti. Alcuni aumentano i livelli di adrenalina al punto di generare nervosismo, difficile poi da scaricare.
  • OFFRIRE UN’ALTERNATIVA VALIDA: attività da fare insieme o da soli, aprirsi a nuovi interessi, ma sicuramente la più importante è la relazione, l’apertura al dialogo e alla condivisione delle emozioni permette di aprire nuove strade, dando una nuova accezione al termine “insieme”.

“La felicità è vera solo se condivisa con altre persone’”. Questo, evidenzia l’attuale Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, “mi ha fatto riflettere sul fatto che la relazione rappresenta la dimensione essenziale della nostra vita, perché ciascuno di noi si costruisce e si comprende solo attraverso l’interazione con gli altri. E ciò vale ancora di più per bambini e ragazzi, per i quali avere relazioni buone, funzionali e funzionanti rappresenta non solo un diritto ma anche uno strumento per raggiungere la felicità”.

paola telesforo

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www.paolatelesforo.it

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