I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono caratterizzati da una grande varietà di quadri clinici.
In questa diagnosi si inseriscono diverse condizioni:
- disturbi della lettura
- di compitazione
- delle abilità aritmetiche
- disturbo specifico misto
Gli studi sulle caratteristiche del disturbo hanno permesso di comprenderlo e diagnosticarlo in modo rapido: generalmente la diagnosi si verifica negli anni della scuola primaria.
Vi è un aspetto talvolta poco considerato all’interno della diagnosi, che in realtà influenza notevolmente l’apprendimento e la sua evoluzione nel tempo: le emozioni!
Gli studi sui DSA sono, generalmente, rivolti a comprendere il funzionamento degli aspetti neuropsicologici e cognitivi dell’apprendimento. Una maggiore attenzione agli aspetti emotivi e psicologici, ci permette di comprendere che ruolo hanno nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
La letteratura e le ricerche sull’argomento mettono in luce, infatti, come la dislessia rappresenti un fattore di rischio per sintomi ansiosi e depressivi.
Questo significa che, se si sottovaluta la componente emotiva nello sviluppo del bambino, dando priorità agli aspetti cognitivi del disturbo, si rischia che possano svilupparsi disturbi dell’umore.
Ansia e depressione possono essere correlati con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Le ricerche dicono di si e le cause possono essere diverse:
- diagnosi tardiva;
- gravità del disturbo;
- comorbilità con il Disturbo da Deficit d’Attenzione/Iperattività;
- ambiente scolastico poco supportivo;
- gestione non adeguata delle difficoltà del bambino da parte dei genitori e degli insegnanti;
- mancanza di un supporto emotivo adeguato.
Alcuni studi sostengono che i sintomi di ansia e depressione sono più frequenti nei bambini con DSA proprio perché sono bambini consapevoli delle proprie difficoltà, sperimentano spesso vissuti fallimentari, e mostrano livelli più bassi di autostima rispetto ai bambini senza DSA.
Questo perché sviluppano meno strategie per affrontare le difficoltà emotive che si possono verificare durante le lezioni.
Un esempio è l’imbarazzo sperimentato nel leggere più lentamente dei propri compagni, o nel comprendere un testo con più difficoltà.
I bambini con DSA si rendono conto fin da piccoli che hanno un modo diverso di apprendere.
Gli insuccessi nelle attività scolastiche possono influenzare la visione che hanno di se stessi, tendono a sentirsi poco responsabili del loro apprendimento e ad abbandonare i compiti alle prime difficoltà.
Come possiamo aiutarli?
- favorendo il riconoscimento e l’espressione delle emozioni;
- modificando i pensieri disfunzionali (“non sono capace”, “farò scena muta”, “farò una figuraccia”) in strategie efficaci di problem solving;
- portando il bambino a riconoscere ed accettare i propri limiti, ma al tempo stesso ad individuare risorse e punti di forza;
- insegnandogli ad assumere un ruolo più attivo nell’apprendimento e nella gestione dei compiti.
Nel caso in cui l’intervento riabilitativo mirato all’acquisizione di strategie e metodi efficaci nello studio non sia sufficiente, è fondamentale rivolgersi ad uno psicologo.
L’intervento psicologico permette di trattare gli aspetti legati ai sintomi ansiosi o depressivi, che potrebbero evolvere in disturbi psicopatologici più gravi.
L’obiettivo di un percorso psicologico, in questo caso, è di offrire un’occasione di crescita per comprendere le proprie emozioni e modificare quei pensieri e quelle credenze negative che portano ad un senso di sfiducia e demotivazione nell’approccio all’apprendimento e all’ambiente scolastico in generale.
“Ognuno è un genio. Ma se giudichi un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, passerà la vita a credersi stupido.”
A. Einstein
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Dott.ssa Paola Telesforo
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