Musica

Mi sono innamorata della musica. Perché?

 • di Gabriella Attimonelli •

Mi sono innamorata di te perché non avevo niente da fare… Mi sono innamorata di lei, della musica da quando ero piccola, da quando il liquido amniotico nella pancia della mia mamma mi trasmetteva vibrazioni, quelle che ancora ricerco nella musica di tutti i giorni.

Che vita sarebbe senza la musica? Ve lo siete mai chiesti? Sarebbe la fine delle nostre sinapsi più volontarie, quelle che ci spingono alla motivazione del fare e della relazione con l’esterno. La musica ha un effetto positivo sul nostro benessere psicofisico.  Certamente ascoltare musica deprimente non aiuta poi così tanto, ma di sicuro anche la Pausini potrebbe produrre i suoi effetti positivi. Provateci almeno una volta nella vita, poi potreste ritornare alla vostra playlist preferita su Spotify.

È giusto dire che la musica è parte di noi: ascoltare una bella canzone ci fa compagnia, ci dà carica, ci consola, ci fa sorridere, piangere e “sbarellare” e non è un caso che quest’arte sia così tanto amata ed elogiata.

La musica influenza il nostro stato d’animo e il nostro iceberg interiore.

Pensiamo al ritmo: mentre ascoltiamo una canzone, ci capita di iniziare a battere il piede o la mano con una certa cadenza, seguendo quella della musica. Se il ritmo della melodia cambia, cambierà anche quello del nostro piede o della nostra mano, infatti, è stato dimostrato, che a cambiare saranno anche le nostre connessioni neurali e delle nostre emozioni. Quando le onde della musica penetrano nelle nostre orecchie, il cervello risponde in modo automatico in base al suono. Se è movimentato, proviamo tutti la necessità di muovere il corpo, di adattare i movimenti al ritmo che ascoltiamo. Ci attiviamo e siamo più allegri.

Avviene lo stesso con la musica rilassante, classica. Entra nelle nostre orecchie ed il cervello si rilassa ed entra in meditazione, ma solo se siamo capaci di concentrarci esclusivamente su quello che stiamo ascoltando.

Grazie a una serie di sperimentazioni, si è avvalorata la possibilità di sintonizzare il cervello a determinate frequenze cerebrali: alcuni brani musicali possono concretizzare specifici stati d’animo, come la calma e la serenità, condizioni che permettono alla nostra materia grigia di essere sfruttata al massimo. La mente cambia dopo aver ascoltato musica, dunque è stata eletta a stabilizzante del tono dell’umore al naturale. L’importante è ascoltare la musica giusta per ogni stato d’animo.

Quando siamo tristi e demoralizzati, la musica da ascoltare sarebbe quella attiva oppure canzoni dal testo positivo, che inciti ad animarsi. Giusto per citare alcuni gusti musicali potreste avvalervi del rock, dell’instrumental pop o instrumental rock, pop, indie ecc… Tuttavia, nonostante si tratti di una cosa ovvia, molte persone finiscono con l’ascoltare canzoni malinconiche, drammatiche, tristi e con testi tendenti alla solitudine, all’angoscia e depressivi.

Non è un caso se tutti, almeno una volta, durante una giornata triste, invece di mettere della musica allegra e colorata, ascoltiamo le canzoni più tendenti al suicidio del panorama musicale.

Ma, in fondo perché ci impegniamo tanto nell’essere così masochisti anche nella scelta della nostra playlist quotidiana quando siamo tristi? Tranquilli, non è colpa nostra, ma dello strato intermedio del nostro iceberg, in altre parole, il subconscio.

Quando siamo tristi, la mente vorrà coccolarsi nella tristezza chiedendo musica in sintonia allo stato d’animo suscitato. Purtroppo, non attivando la razionalità ci lasciamo abbindolare da ciò che il corpo richiede per il nostro stato d’animo del momento. Unica alternativa al salto della tristezza e allietare la mente e il nostro sistema vestibolare con una buona dose di musica positiva che possa migliorare le  emozioni, il  pessimo umore e renderci finalmente più solari.

Quando siamo felici, invece, saremo più predisposti ad ascoltare musica ritmata, animata e positiva in modo naturale. In tal caso, il subconscio ci riporta dritti verso la strada della sintonizzazione emozionale, senza aver bisogno della nostra simpatica razionalità. Ascoltare questo tipo di musica energizzante ci permetterà di mantenere, o persino aumentare, l’allegria e l’entusiasmo che proviamo. Tuttavia, non bisogna mai sottovalutare la mente e le sue prove da sforzo. Può succedere, infatti, che il nostro stato di benessere può spingere la ragione verso l’ascolto di canzoni più tristi. Questo non inclinerà del tutto il nostro umore solare, ma di certo non possiamo essere sicuri di controllare ciò che le melodie e i testi suscitano in noi, perché il passo dalla gioia alla tristezza è breve e al limite.

Una canzone triste e negativa diminuirà sempre la nostra allegria e la nostra motivazione. La musica è una calamita per la nostra mente e per la tavola delle emozioni. Mille melodie troveranno sempre un posto nell’anima della gente.

La musica ci educa all’ascolto, l’ascolto è il compimento della creazione musicale.

 

“Dove c’è musica non può esserci nulla di cattivo – Miguel de Cervantes”, Don Chisciotte della Mancia, 1605.

Buona energia musicale e psicofisica a tutti.

 

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Gabriella Attimonelli

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